(Bologna. 22. Apr. 1826.)
Avisé per accorto ec. Être osé per oser. Voltaire.
Il piacere delle odi di Anacreonte è tanto fuggitivo, e così ribelle ad ogni analisi, che per gustarlo, bisogna espressamente leggerle con una certa rapidità, e con poca o ben leggera attenzione. Chi le legge posatamente, chi si ferma sulle parti, chi esamina, chi attende, non vede nessuna bellezza, non sente nessun piacere. La bellezza non istà che nel tutto, sì fattamente che ella non è nelle parti per modo alcuno. Il piacere non risulta che dall'insieme, dall'impressione improvvisa e indefinibile dell'intero.
(Bologna. 22. Aprile. 1826.)
Poi che s'accorse chiusa dalla spera Dell'amico più bello. Petrar. Son. 79. della I. Parte: In mezzo di duo amanti onesta, altera. Grecismo manifesto. Notisi che il Petrarca non sapeva il greco.
Transgredior, transgressus-transgresser.
Réviser (rivedere): al detto altrove di avvisare ec.
Frango is - nau-fragor aris.
Alla p.4142. Niente infatti nella natura annunzia l'infinito, l'esistenza di alcuna cosa infinita. L'infinito è un parto della nostra immaginazione, della nostra piccolezza ad un tempo e della nostra superbia. Noi abbiam veduto delle cose inconcepibilmente maggiori di noi, del nostro mondo ec., delle forze inconcepibilmente maggiori delle nostre, dei mondi maggiori del nostro ec. Ciò non vuol dire che esse sieno grandi, ma che noi siamo minimi a rispetto loro. Or quelle grandezze (sia d'intelligenza, sia di forza, sia d'estensione ec.) che noi [4178]non possiamo concepire, noi le abbiam credute infinite; quello che era incomparabilmente maggior di noi e delle cose nostre che sono minime, noi l'abbiam creduto infinito; quasi che al di sopra di noi non vi sia che l'infinito, questo solo non possa esser abbracciato dalla nostra concettiva, questo solo possa essere maggior di noi.
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