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      E ciò faranno gli uni e gli altri, come per instinto, e senza ragionarvi sopra. È manifesto poi come i giovani tendano alla novità, e non solo sieno vogliosi d'innovar propriamente, ma eziandio semplicemente di spegner l'antico, o di vederlo spento; e i provetti, per lo contrario, gelosi della conservazione delle cose che sono. Onde si potrebbe dire che la natura, sempre intenta e studiosa non meno a distruggere che a conservare o produrre, avesse dato stimolo e incarico a quelli che crescono e vengono innanzi nel mondo, di distruggere, quasi per farsi luogo; e a quelli che declinano, e si avviano alla partenza, di conservare e produrre, quasi per lasciar pieno il luogo loro, per lasciar cose che restino in loro scambio, per supplire il posto che essi son per lasciare.
      (Recanati. 12. Dic. 1826.)
     
      Fare e dire ciò che lor occorre, così, senza pensarvi. Castiglione Cortegiano lib.2. ed. Ven. 1541. carta 69. ed. Ven. 1565. p.174.
     
      Reperito as. V. Forcellini.
     
      Cielo detto di camere, di carrozze ec. - Così in greco ?(???(?, ?(???(???? per volta ec. V. Casaubon. ad Athenae. V c.6., libro IV c.5. Aristot. l'usa per palato. Scapula.
     
      [4233]Il tempo non è una cosa. Esso è uno accidente delle cose, e indipendentemente dalla esistenza delle cose è nulla; è uno accidente di questa esistenza; o piuttosto è una nostra idea, una parola. La durazione delle cose che sono, è il tempo: come 7200 battute di un pendolo da oriuolo sono un'ora; la quale ora però è un parto della nostra mente, e non esiste, nè da se medesima, nè nel tempo, come membro di esso, non più di quel che ella esistesse prima dell'invenzione dell'oriuolo.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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