Utilità somma del sapersi proporre di giorno in giorno un futuro facile, o anche certo, ad ottenere; dei beni che avvengono d'ora in ora; godimenti giornalieri, di cui non v'ha condizione che non sia fornita o capace: il tutto sta sapersene pascere, e formarne la propria espettativa, prospettiva e speranza, ora per ora: questo è ufficio di filosofo, ed è pratica incomparabilmente utile al viver felice.
(Recanati. 1° dì di Quaresima. 28. Feb. 1827.)
Ho detto altrove che nella primavera l'uomo suole sentirsi più scontento del suo stato, che negli altri tempi. Così ancora nella state più che nel verno. La cagione è che allora l'uomo patisce meno. Però desidera più il godimento e il piacere diretto. Nella primavera poi tanto più sensibile è questo desiderio, quanto è più sensibile la privazione del patimento e dell'incomodità che reca il freddo, la qual cessa allora appunto. La infermità, il timore, il patimento di qualunque sorta volgono l'amor del piacere nell'amor del non patire, o del fuggire il pericolo. l'animo in quello stato, è meno esigente. Il non patire è più possibile ad ottenersi che il godere. Però nell'inverno si sente meno la scontentezza del proprio essere, che nella buona stagione. Nella quale l'animo ripiglia la sua avidità del piacere; e, come è naturale, nol ritrova mai.
(Recanati 2. Marzo. 1827. I. Venerdì di Marzo.)
A vóto per frustra. - ?(?????(?? V. Casaubon. ad Athenae. l.11. c.6. sul mezzo.
Parrebbe che tutta quella infinita cura che pose Isocrate circa la collocazione delle parole e la struttura della dizione, non ad altro l'avesse egli posta, [4251]fuorchè a proccurare la più perfetta, la più squisita, la maggior possibile, la più singolare chiarezza.
| |
Recanati Quaresima Recanati Venerdì Marzo Casaubon Athenae Isocrate
|