La lingua de' numi, dice il Courier (pref. al Sag. dell'Erodoto), era benissimo posseduta, mentre la lingua degli uomini non si sapeva ancora usare. I primi saggi di prosa greca, come quelli di Ecateo Milesio e di Ferecide, peccano principalmente, come osserva esso Courier, per il poetico che hanno, anche nella dizione. Lo stile riusciva gonfio, non se ne sapevano guardare: in poesia si trovavan più a loro agio, perchè quivi non era gonfiezza quel che lo era nella prosa. Anche Erodoto, a ben guardarlo, ha del poetico e del gonfio in mezzo alla naturalezza propria del tempo. Così noi avevamo Dante, e nessuna prosa di conto fino al Boccaccio. Le migliori erano le più plebee, scritte da' più ignoranti, senza pretensione, senza neppure intenzione (per dir così), di scrivere. Ma i prosatori che volevano scrivere, riuscivano stranamente gonfi (in mezzo alla naturalezza effetto del tempo e della pochissima lettura), come Dino Compagni, similissimi per la meschina gonfiezza e declamazione, ai fanciulli di rettorica.
(31. Lug. 1828.)
[4329]Se un buon libro non fa fortuna, il vero mezzo è di dire che l'ha fatta; parlarne come di un libro famoso, noto all'Italia ec. Queste cose diventano vere a forza di affermarle. Molti che l'affermino e lo ripetano, lo rendono vero senz'alcun dubbio. Se, per qualunque ragione, questo mezzo non si può usare, il miglior partito è di tacere, dissimulare, e aspettare se il tempo facesse qualche cosa. Ma niente di peggio che de se fâcher avec le public, gridare all'ingiustizia, al cattivo gusto de' contemporanei, perchè non fanno caso del libro.
| |
Courier Sag Erodoto Ecateo Milesio Ferecide Courier Erodoto Dante Boccaccio Dino Compagni Italia
|