Praeter hos et alios populos comparandi erunt Hebraei, apud quos litterarum et scribendorum librorum usus mihi quidem haud paullo recentior videtur, quam vulgo putatur, et minus adeo genuinum corpus scriptorum, praesertim antiquiorum. Sed de his et Arabicis illis collectionibus viderint homines eruditi litteris Orientis. (§.35. p. CLVI.)
[4354]Alla p.4351. Per quanto le cose col progresso si alterino, corrompano, sformino e travisino, sempre conservano qualche segno della loro origine, e qualche poco dello spirito e stato loro primitivo. In Roma dove la letteratura fu impopolare in origine, anche le orazioni al popolo, che certo si pronunziavano in istile e lingua popolare, erano scritte (a differenza delle attiche) in maniera impopolarissima, perchè quando si scrivevano, entravano nel dominio della letteratura, e si scrivevano non pel popolo ma pei letterati.
(23. Agos.)
Sinizesi. Dittonghi. - Dittonghi greci e vocali lunghe, avanti a vocali brevi, spesso divengono brevi perchè si suppone elisa la 2a vocale del dittongo, e l'una delle due vocali componenti la lunga. Così presso Virg. Te, Corydon, O Alexi. Pelio Ossam. Ilio alto. Ne' quali due ultimi esempi l'o non resta eliso interamente in forza della sua duplicità, come vocale lunga. Dugas-Montbel, loc. cit. alla p.4334. in nota. V. p.4467.
Alla p.4344. Divulgato l'uso della scrittura, è ben naturale che si pensasse a comporre e a scrivere nel modo il più naturale, cioè in prosa. Forse però non subito, perchè è anche naturale che le cose e i modi più semplici ed ovvi non si trovino al più presto: massime essendo inveterata, come nel nostro caso, un'usanza diversa.
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