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      ... De toutes les inscriptions grecques païennes examinées [4365]par M. Letronne, il ne s'en est trouvé aucune au delà des limites de l'empire romain; une fois cette ligne franchie, tout ce qui est écrit en grec exprime des idées chrétiennes. Ainsi M. Letronne, après avoir prouvé (contro l'opin. di Niebuhr) par une foule de rapprochemens philologiques sur le style de l'inscript., qu'elle appartenait à un roi chrétien, prouve ensuite que... ce n'est qu'au christianisme qu'on doit la connaissance de la lang. grecq. dans ces contrées. Bull. de Féruss. l.c. alla p.4312. janv. 1826. t.5. art.36. p.40-41. Altro mezzo di universalità per la lingua greca a quei tempi. L'iscrizione secondo Letronne non è più antica della metà circa del 6°. sec. Niebuhr, che la fa pagana, la mette alla fine del sec.3°.
      (2. Sett. 1828.). V. p.4471.
     
      Alla p.4336. marg. Trovo anche ne' Rusticali caallo, portaa per portava, e infiniti simili, sempre. Di qui viene ancora l'imperf. dicea, sentia ec. per diceva ec. adottato nella lingua scritta, ma che non si ode mai se non in Toscana. Va'hia per vai via, cioè va via (imperativo,): volgo toscano.
      (2. Sett. 1828.)
     
      Chi suppone allegorie in un poema, romanzo ec.; come sì è tanto fatto anticamente e modernamente nell'Iliade e Odissea; come fece il Tasso medesimo nella sua Gerusalemme; come ora il Rossetti nel comento alla Divina Commedia che si stampa in Londra, la vuol tutta allegorica, allegorico il personaggio di Francesca da Rimini, allegorico Ugolino ec.; distrugge tutto l'interesse del poema ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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