L'orecchio Ateniese, come avviene ne' progressi d'ogni poesia, faceva pių conto dell'armonia, e la congegnava nelle articolazioni delle consonanti; e tanto era il fastidio delle troppe modulazioni, chiamate iati dagli intendenti, che ne vennero intarsiate fra parole e parole le particelle che hanno suoni senza pensiero. Quindi gli Alessandrini alle strette fra Omero e gli Attici, e non s'attentando di svilupparsene, emendarono l'Iliade cosė che ne nasceva lingua e verseggiatura la quale non č di poesia nč primitiva, nč raffinata. I Greci ad ogni modo s'ajutavano tanto quanto come i Francesi e gl'Inglesi; ed elidendo uno o pių segni alfabetici nel pronunziare, non li sottraevano dalla scrittura; cosė le apparenze rimanevano quasi le stesse. Ma che non pronunziassero come scrivevano, n'č prova evidentissima che ogni metro ne' poeti pių tardi, e peggio negli Ateniesi, ridonderebbe; nč sarebbero versi, a chi recitandoli dividesse le vocali quanto il [4384]metro desidera ne' libri Omerici: e l'esametro dell'Iliade s'accorcerebbe di pių d'uno de' suoi tempi musicali, se avesse da leggersi al modo de' Bisantini, snaturando vocali, o costringendole a far da dittonghi. Perō i Greci d'oggi a' quali la pronunzia letteraria venne da Costantinopoli, e serbasi nel canto della loro Chiesa, porgono le consonanti armoniosissime; ma non versi, poichč secondano accenti semplici e circonflessi, e spiriti aspri, e soavi - come che non ne aspirino mai veruno - ed apostrofi ed espedienti parecchi moltiplicatisi da que' semidigammi ideati in Alessandria, talor utili in quanto provvedono alla etimologia e alle altre faccende della grammatica.
| |
Ateniese Alessandrini Omero Attici Iliade Greci Francesi Inglesi Ateniesi Omerici Iliade Bisantini Greci Costantinopoli Chiesa Alessandria
|