Partie historique. Sect. II. - Journ. des Savans, 1825, Mai (3me article, et dernier.).
(15. Ott. 1828.)
Alla p.4407. Il vero titolo è: Nomadische Streifereien unter den Kalmüken: (cioè Promenades nomades chez les Kalmuks.) Riga 1804. 4. vol. in 8°. op. tradotta da M. Moris in francese: Voyage de Benjamin Bergmann chez les Kalmuks (fatto nel 1802 e 1803); Châtillon-sur-Seine, 1825. I. vol. in 8°. (esso non comprende i 2. ult. vol. dell'op. tedesca, che contengono delle traduzioni dal mongolico ec.) (Journ. des Savans, 1825. p.363. sqq. Juin.).
Utilità della pazienza ec. Una faccenda noiosa o penosa, un viaggio ec., quando è sulla fine, riesce più molesto che mai, le ultime miglia paiono le più lunghe ec., non già perchè l'uomo allora è più stanco, ma perchè l'impazienza si accresce per quella smania di arrivare, che nasce dal vedere il termine da vicino.
(17. Ottob. 1828. Firenze.)
Alla p.4388. Questo es. potrebbe far credere vero che i diascheuasti omerici fossero di poco posteriori a Pisistrato, del che a p.4355.
(17. Ottob. 1828.)
Alla p.4359. L'epica, non solo per origine, ma totalmente, in quanto essa può esser conforme alla natura, e vera poesia, cioè consistente in [4413]brevi canti, come gli omerici, ossianici ec., ed in inni ec., rientra nella lirica. V. p.4461.
Alla p.4372. Infatti la lingua italiana tra le moderne è considerata per aver la più antica letteratura, perchè ha i più antichi libri veramente letterarii, e che abbiano esercitata ed esercitino ancora un'influenza perpetua sulla lingua e letteratura nazionale; mentre quanto all'antichità semplicemente di scrittura, cioè di versi e prose scritte in lingua volgare (anche lunghi poemi, lunghe Cronache ec.
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