(3. Nov. 1828.)
La Divina Commedia non è che una lunga Lirica, dov'è sempre in campo il poeta e i suoi propri affetti.
(Firenze. 3. Novembre. 1828.)
'???(?????????(???, (??(????????(???, ???(??(?(??????, ?(??? e simili; frasi frequentissime di Erodoto, nel semplicissimo senso del francese comme je vais dire ec.
(Firenze. 8. Nov. 1828. Sabato.)
Fratta -???(???,??????????(? ec.
(Recanati. 30. Nov. 1828. Domenica.)
Non saprei come esprimere l'amore che io ho sempre portato a mio fratello Carlo, se non chiamandolo amor di sogno. (30. Nov.)
Memorie della mia vita. - Felicità da me provata nel tempo [4418]del comporre, il miglior tempo ch'io abbia passato in mia vita, e nel quale mi contenterei di durare finch'io vivo. Passar le giornate senza accorgermene; parermi le ore cortissime, e maravigliarmi sovente io medesimo di tanta facilità di passarle. V. p.4477. - Piacere, entusiasmo ed emulazione che mi cagionavano nella mia prima gioventù i giuochi e gli spassi ch'io pigliava co' miei fratelli, dov'entrasse uso e paragone di forze corporali. Quella specie di piccola gloria ecclissava per qualche tempo a' miei occhi quella di cui io andava continuamente e sì cupidamente in cerca co' miei abituali studi.
(30. Nov.)
All'uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d'una campana; e nel tempo stesso coll'immaginazione vedrà un'altra torre, un'altra campagna, udrà un altro suono.
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