La mia filosofia fa rea d'ogni cosa la natura, e discolpando gli uomini totalmente, rivolge l'odio, o se non altro il lamento, a principio più alto, all'origine vera de' mali de' viventi. ec. ec.
(Recanati. 2. Gennaio. 1829.). V. pag.4513.
Quanto male, dal vedere che le radici di certe lingue non hanno somiglianza alcuna con quelle di certe altre, si concluda (come fa il Niebuhr, Stor. rom. p.44. ediz. ingl.) e contro l'affinità istorica di esse lingue, e contro l'unità di origine dei linguaggi umani; si può raccogliere dal considerare le radici di quelle lingue le cui relazioni ci sono note. Figuriamoci che la lingua latina e la francese ci fossero quasi sconosciute; che si sapesse però che nell'una di quelle il giorno si chiamava dies, nell'altra jour: vi sarebbe egli alcuno che, non dico scoprisse, ma immaginasse, sospettasse solamente, la menoma analogia fra queste due voci? le quali non hanno comune neppure una lettera? E pur la francese deriva immediatamente dalla latina, essendo una semplice corruzione di diurnus o diurnum (sottinteso tempus), che nel latino basso o rustico si usò in vece della voce originale dies. V. p.4442. E malgrado che il latino e il francese e la derivazione dell'una dall'altra sieno [4429]conosciutissimi, pure è probabile che neppure i dotti avrebbero indovinato l'etimologia della parola jour se non si fosse anche conosciuta la corrispondente e identica parola italiana giorno, che quantunque niente abbia anch'essa di comune con dies, serba però più somiglianza a diurnum (giorno per diorno, come viceversa i toscani diaccio, diacere ec. coi derivati, per ghiaccio, giacere ec.
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