De Orat. I. 11. (49.) Si ornate locutus est, sicut fertur, et mihi videtur, physicus ille Democr.; materies illa fuit physici, de qua dixit; ornatus vero ipse verbor., oratoris putandus est.) Cicerone lo loda anche di chiarezza. (de Divin. II. 64. (133.) valde Heraclitus obscurus; minime Democritus). I frammenti sopra notati s'intendono solamente per discrezione. È ben vero che questa discrezione tutti l'hanno, e malgrado la forma perplessa e intricata, tutti gl'intendono alla prima. E in verità son chiari. Così i nostri antichi, così quasi tutti i libri di siffatti tempi e stili, primitivi, ingenui, con poca arte, quasi come natura détta: natura parla al lettore, come ha dettato allo scrittore; essa serve d'interprete. Del resto quei costrutti e quella maniera di dire, poichè l'uso dello scrivere in prosa fu divenuto comune, sparirono quasi affatto; non si trovano nè anche nelle scritture greche che si leggono su' papiri venuti d'Egitto, tutte, benchè oscure, intricate, rozze, senz'arte, pure più logiche, più grammaticali, più regolari e formate, benchè fatte da persone ignoranti e prive dell'arte: come tra noi, anche un ignorante notaio, benchè scriva assai male, schiva le sgrammaticature de' nostri storici e filosofi del 200, e 300. V. pag.4466. Nella letteratura (greca) non saprei citarne altri esempi: se non che si trovano in buona parte de' libri de' primi Cristiani, sì de' libri canonici, e sì di quelli detti apocrifi282 e nei frammenti ercolanesi di Filodemo, monumenti d'ignoranza singolare in tal genere, e di negligenza.
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