Niebuhr, sezione intitolata The Sabines and Sabellians, not.248. p.72-3.
(24. Feb. 1829.)
Alla p.4442. Verano spagn. non è altro che vernum: verno per verno tempore o vere è assai frequente anche nel buon latino (Forcell.). Secondo l'Amati, nel Giornale arcad. tom.39., 3zo del 1828, p.240. l'appellazione di PREIVERNUM o PRIVERNUM (oggi Piperno, antica città de' Volsci), tiensi per gli uomini più istruiti di fabbrica latina; da PREIMUM, o PRIMUM, e VERNUM, sottinteso TEMPUS: essendo la posizione del paese, in monti aprici e non molto elevati, [4466] attissima ad anticipata primavera.
(24. Feb. 1829.)
Primavera, cioè primum ver o vernum, pel semplice ver. Anche questo è d'antichissimo uso latino. Vedi il pensiero precedente, e il Forcell. in Ver.
(24. Feb. 1829.)
Alla p.4437. Ben sono frequentissimi gli esempi di tal genere, non solo quanto a voci, inflessioni e simili, non proprie della lingua scritta, e solamente volgari, ma quanto a sintassi e dicitura affatto sgrammaticata, anzi strana, nelle iscrizioni di gente popolare, sì greche, e sì massimamente latine; come è fra le mille, quella ritrovata in Ostia, e pubblicata ultimamente dall'Amati. Giorn. arcad. t.39., 3zo del 1828., p.234.
Hic iam nunc situs est quondam praestantius illeOmnibus in terris fama vitaque probatus
Hic fuit ad superos felix quo non felicior alterAut fuit aut vixit simplex bonus atque beatus
Nunquam tristis erat laetus gaudebat ubiqueNec senibus similis mortem cupiebat obire
Set timuit mortem nec se mori posse putabat
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