- Perchè sì spiacevole in natura la vista del piacer d'altri? - Il Casa nel Galateo prescrive che non si mangi o beva in compagnia o presenza altrui con dimostrazione di troppo gran piacere: Cleobulo ap. Laerz., notato da me altrove, che non si faccia carezze alla moglie in presenza d'altri. V. p. seg. - In fatto di donne generalmente, in fatto di galanteria, la cosa è notissima; insoffribile non solo la vista, ma i discorsi, i vanti, di fortune altrui. Il y a toujours dans les succès d'un homme auprès d'une femme quelque chose qui déplaît, même aux meilleurs [4482]amis de cet homme. Corinne, liv.10. ch.6., t.2. p.161. 5me édit. Paris 1812. - Può servire anco al Galateo morale - e al Trattato de' sentimenti umani (3. Apr. 1829.) - e al pensiero sulla monofagia, massime in proposito de' servitori ec.
Alla p. preced. (V. Orell. Opusc. graec. moral. t.1. p.138, e le note) e ciò è anche oggi di creanza universale, e quasi naturale.
(3. Apr. 1829.)
Dal pensiero precedente apparisce (e l'esperienza lo prova) che vera amicizia difficilmente può essere o durare tra giovani, malgrado il candore, l'entusiasmo ec. proprio dell'età. E ve ne sono anche altre ragioni. Più facile assai l'amicizia tra un giovane e un vecchio o un provetto. - L'odio verso i simili, che essendo di ogni vivente verso ogni vivente, è maggiore verso quei della specie, ancor nella specie stessa è tanto maggiore, quanto un ti è più simile. - Hanno gli Ebrei in un loro libro di sentenze e detti varii (che si dice tradotto di lingua arabica, ma verisimilmente è pur di fattura ebraica) (Orell.
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