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      Amicizia non può essere che in città grandi, o pur fra persone lontane.
      (8. Luglio.). V. p.4523.
     
      [4521]. Alla p.4512. La forma in accio acciare, azzo azzare, e le corrispondenti francesi e spagnuole (e così in eccio, iccio ec.), vengono veramente, almeno per lo più, dalla latina in aceus, iceus ec. Gallinaceus, gallinaccio.
      Che fosse proprio del volgare latino il dar questa desinenza ai positivi, nomi o verbi, e ciò senz'alterazione di significato, e che da ciò venga il tanto uso della forma in accio ec. nelle lingue figlie, massime dove essa non altera la significazione (come in minae minacce, minari minacciare), può congetturarsi, fra l'altro, dal riferito da Svetonio (Aug. c.87.) che Augusto soleva scrivere pulleiaceus in vece del positivo pullus. Augusto nelle singolarità delle sue voci ed ortografia riferite da Svetonio (ib. et c.88.), si accostava al dir volgare: il suo baceolus è il nostro baggeo. Quest'osservazione dunque serva particolarmente pel Tratt. del Volg. lat. - La forma in ezzare, onde (e non viceversa) eggiare, e le corrispondenti francesi e spagnuole, sono dalla greca frequentativa in (????, e dalla lat. issare, che di là viene. Il betissare di Augusto ap. Sveton. (87.), da noi si direbbe bietoleggiare. Cambiato, al solito l'i in e.
      (9. Luglio.)
      - Se però ezzare è per ecciare, allora apparterrà al detto qui sopra. E viceversa se azzo, izzo ec. è per aggio ec., allora non cadrà sotto il qui sopra detto.
      (10. Luglio.)
      - Incumulare - encumbrar - ingomberare.
     
      Molti avverbi e preposizioni delle lingue nostre sono fatte coll'aggiunta di un de affatto pleonastico alle corrispondenti latine.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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