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      / Porgo lai... Comedia... / Io agapi d’ermo col / al "pio!" di gramo eco / (l’odi, magico opera) / miro pago ad cielo. / Già parco limo ode: / mira docil apogeo, / magico odi parole. / Parole! Giaci domo, / c’è piaga. Mio dolor / io pago dolce rima.
      (U. Eco, Il secondo diario minimo, Bompiani, Milano, ‘92)-.
      Quasi un bizzarro, apocrifo e adolescenziale scherzetto leopardiano. Non meno sintonizzato e godibile, in fondo, di tanti vacui, sciroppati studi universitari... "L’allegrezza", fermerà e codificherà Giacomo nello Zibaldone, "bene spesso è madre di benignità e d’indulgenza, al contrario delle cure e dei mali umori... e l’armonia della natura ha voluto che l’allegria fosse utile non solo all’individuo, ma anche agli altri, e servisse alla società, e rendesse l’uomo verso altrui, tale quale dev’essere"... E se è vero che la Natura non fu - convenzionalmente - magnanima con lui, la sua anima almeno si ripagava, si consolava interiorizzando un trasparente, ideale Dizionario dei Sentimenti: in cui la Fanciullezza e la Giovinezza erano di certo i più beneamati compagni di scuola (e di gioco):
      ... I diletti più veri che abbia la nostra vita, sono quelli che nascono dalle immaginazioni false... i fanciulli trovano il tutto anche nel niente, gli uomini il niente nel tutto
      (Operette morali, Detti memorabili di F.Ottonieri);
      ... Ma l’entusiasmo de’ giovani oggidì, coll’uso del mondo e dell’esperienza delle cose che quelli da principio vedevano da lontano, si spegne non in altro modo né per diversa cagione, che una facella per difetto di alimento, anche durando la gioventù e la potenza naturale dell’entusiasmo" (Zibaldone)"...


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Storia di un'anima
Memorie
di Giacomo Leopardi
pagine 156

   





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