Pagina (6/156)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli occhi di ragazzo, la speranza oltre ogni scettica, esperta "cognizione del vero" -: ecco la fonte intimamente, più che otticamente decisiva, per la creazione dei suoi meravigliosi Idilli, e in ispecie per La nascita dell’ ‘Infinito’ (cfr. il saggio omonimo di Alessandro Parronchi, Amadeus, Treviso, 1989), per affermare, pretendere e instaurare "i confini di una poetica più ampia" - recita Parronchi - "di quella che il tempo gli offriva". Irrilevanti o quasi, in realtà, le ragioni scientifiche, le teorie dei colori, la vecchia geometria distrutta da Berkeley (nel suo Saggio sopra una nuova teoria della visione, nella sezione 145, leggiamo infatti che "Le idee della vista entrano nello spirito, parecchie in una volta, più distinte ed inconfuse, di quello che si fa per ordinario negli altri sensi, oltre il Tatto. Li suoni, per esempio, percepiti nel medesimo istante, possono riunirsi, per così dire, in un solo. (...) Noi non potiamo aprire gli occhi, che le idee di distanza, di corpi, di figure tangibili non ci siano da loro suggerite. Così rapido, e pronto, e impercettibile è il passaggio dalle visibili alle tangibili idee, che noi potiamo appena impedirci dal crederle tutte egualmente l’oggetto immediato della visione")...
      Poco o nulla, dunque, contano le percezioni o le definizioni ottiche, tanto predominano le coordinate e le istanze della fantasia, la legge irrazionale e dolcissima della Poesia: "Poco importa" - ipotizza Parronchi - "che oltre la siepe dell’Infinito non si veda la luna, ma si stenda ‘interminato spazio’ immaginario in una vaga luce senza tempo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di un'anima
Memorie
di Giacomo Leopardi
pagine 156

   





Idilli Infinito Alessandro Parronchi Amadeus Treviso Parronchi Berkeley Saggio Tatto Poesia Parronchi Infinito