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      Ma perdonate s’io vi fo partecipare della miseria mia con queste odiose querele. Volendo tentare di vincere la mia nera fortuna ho rotto la legge ch’io m’ero imposta da gran tempo, che nessuno, fuori di me, dovesse venire a parte della infelicità mia. Perdonate; e non potendo altro, e in qualunque caso conservatemi la vostra benevolenza; perché se la natura mi condanna al dispregio ch’io merito, e la fortuna all’odio di molti che non merito, mi resti per ultima consolazione l’amore di pochissimi. Il vostro Giacomo Leopardi.
     
     
      RICORDI D’INFANZIAE DI ADOLESCENZA (3)
     
      Canto dopo le feste, Agnelli sul cielo della stanza, Suono delle navi, Gentiloni (otium est pater ec.), Spezioli (chierico), dettomi da mio padre ch’io dovea essere un Dottore, Paure disciplinazione notturna dei missionari,
      Compassione per tutti quelli ch’io vedeva non avrebbono avuto fama,
      Pianto e malinconia per essere uomo, tenuto e proposto da mia madre per matto, compassione destata in Pietruccio sulle mie ginocchia, desiderio concepito studiando la geografia di viaggiare,
      Sogni amorosi ed efficacia singolare de’ sogni teneri notata, amore per la balia, per la Millesi, per Ercole,
      Scena dopo il pranzo affacciandomi alla finestra, coll’ombra delle tettoie il cane sul pratello i fanciulli la porta del cocchiere socchiusa le botteghe ec., effetti della musica in me sentita nel giardino, aria cantata da qualche opera E prima di partire ec.,
      Compiacente e lezioso da piccolo ma terribile nell’ira e per la rabbia ito in proverbio tra’ fratelli più cattivi assai nel resto,


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Storia di un'anima
Memorie
di Giacomo Leopardi
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