Ell’era frattanto di molto spirito e talento, sufficientemente istruita, e studiosamente educata. Ella si figurava gli uomini affatto diversi da quel che sono: il principe che ne vede e tratta assai più, benché li veda assai più diversi da quelli che sono, tuttavia potrà conoscerli forse alquanto meglio; ma proporzionatamente parlando, e attesa la tanto maggior cognizione degli uomini che bisogna a governare una nazione, di quella che a governare una famiglia, io credo che un principe sappia tanto regnare quanto quella dama comandare a’ figli e a’ domestici. Sotto questo riguardo il regno elettivo sarebbe assai preferibile all’ereditario. Vero è però che niuno conosce gli uomini interamente, come bisognerebbe per ben governarli. Connaître un autre parfaitement serait l’étude d’une vie entière; qu’est-ce donc qu’on entend par connaître les hommes, les gouverner, cela se peut, mais les comprendre, Dieu seul le fait. (Corinne, L. X. ch. I, t. II, p. 14).
INETTO ALL’INTERNO E ALL’ESTERNO
Memorie della mia vita. Andato a Roma, la necessità di conviver cogli uomini, di versarmi al di fuori, di agire, di vivere esternamente, mi rese stupido, inetto, morto internamente. Divenni affatto privo e incapace di azione e di vita interna, senza perciò divenir più atto all’esterna. Io era allora incapace di conciliar l’una vita coll’altra; tanto incapace, che io giudicava questa riunione impossibile, e mi credeva che gli altri uomini, i quali io vedeva atti a vivere esternamente, non provassero più vita interna di quella ch’io provava allora, e che i più non l’avessero mai conosciuta.
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Dieu Corinne Roma
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