Così segue nell'aria; le particelle di questo corpo scompongono una piccolissima porzione della luce che ricevono, riflettono la parte azzurra di questa luce, e gli altri raggi o assorbono, o lasciano passare insieme alla gran parte della luce bianca passata inalterata. Ai raggi azzurri riflessi e diffusi da tutte le particelle dell'aria devesi quella luce che ai nostri occhi perviene come se movesse dalla vôlta celeste. Se l'aria riflette e disperde i raggi azzurri di una porzioncina di luce, è naturale il prevedere che i raggi della luce solare passando a traverso l'aria, si spogliano di una porzione di luce azzurra, e perciò prendono la tinta rossa, che è quella che insieme all'azzurro faceva la luce bianca. Questo deve tanto meglio avvenire, quanto più gli strati d'aria attraversati dalla luce sono densi. Ciò spiega perchè predominano i raggi rossi e mancano gli azzurri quando il sole è vicino all'orizzonte. Ciò spiega perchè nelle giornate serene quanto più il sole s'avvicina all'orizzonte, tanto più la porzione del cielo vicino si colora in rosso.
Sensibile è dunque l'azione delle grandi masse di aria sulla luce. Nondimeno il nostro occhio percependo questi effetti non li attribuisce all'aria medesima, bensì a quella vôlta da cui ci pare essere circondati. Tanto che se stessimo alle sole testimonianze della vista, non ci saremmo accorti dell'esistenza dell'aria dentro cui siamo pure immersi, come i pesci sono dentro l'acqua.
Dagli occhi scendiamo al naso ed al palato. L'aria non agisce nè sull'odorato nè sul gusto, cioè non ha nè sapore nè odore.
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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0 1864
pagine 102 |
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