Forse in groppa ad un cavallo avrete qualche volta corso; ma se non avete ciò fatto, avete certamente viaggiato in ferrovia, e vi sarà venuta la voglia di affacciarvi dal finestrino della carrozza mentre corre, o per lo meno avrete messo fuori la mano: benchè la giornata sia stata tranquillissima, pure avrete provato la sensazione del vento; in questo modo vi si manifesta la resistenza dell'aria. Sia che l'aria mova verso voi, o voi muoviate vero l'aria, l'effetto di questa specie di urto è il medesimo. La qual cosa non segue soltanto per l'aria, ma altresì per tutti gli altri corpi; difatto proverete la medesima sensazione se stando voi fermo un bastone venga a percuotervi, o se voi vi moviate con una certa velocità ad urtare contro il bastone che stia fermo. Riflettendo dunque un tantino sulla notevole impressione di resistenza e di urto che produce l'aria su noi quando ci moviamo rapidamente possiamo convincerci dell'esistenza di essa.
L'aria poi in movimento, ossia il vento produce effetti così notevoli e spesso sì vigorose percosse che non ci lascia alcun dubbio che quest'aria è una materia. Debbo però avvertirvi fin d'ora che molti filosofi dell'antichità, considerando i venti per qualche cosa di esistente, pur credevano che fossero cosa distinta dall'aria tranquilla, e sognavano che escissero da alcune caverne della terra per fare una giratina, una passeggiata, e poi tornassero a casa. Ma voi non sarete mai caduti in siffatti errori, avendo visto come potete da voi stessi produrre il vento, o con un soffietto, o con un ventaglio.
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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0 1864
pagine 102 |
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