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      Quando dunque giudicherai che ne sia uscita abbastanza da scacciar tutta l'aria chiusa nello apparecchio, raccoglierai il resto in campane capovolte, e la conserverai colla indicazione di aria sviluppatasi nel riscaldamento del precipitato rosso.
      Facendo questo esperimento, non ti potrà sfuggire la osservazione che, continuando il riscaldamento, il precipitato rosso vien disparendo, ed invece goccette di mercurio si sono condensate nella parte meno calda della storta. Dirai dunque: sotto l'azione del riscaldamento, il precipitato rosso si è trasformato in due qualità di materia differente; l'una è il mercurio sotto forma di goccette, l'altra è quella specie d'aria che ho raccolto nelle bottiglie o nelle campane capovolte dentro l'acqua. Più tardi cercherai di spiegarti che cosa è avvenuto in questa trasformazione; per ora ti contenterai di servirti di questo esperimento come di una sorgente di un'altra specie d'aria.
      Già, senza grandi cognizioni scientifiche, avrai imparato a raccogliere queste varie specie d'aria, e te ne sei fatta una collezione in campane capovolte dentro l'acqua. Se hai fatto tutti gli esperimenti qui descritti, hai già raccolto le seguenti specie d'aria.
      1° L'aria tale quale esiste nell'atmosfera, e perciò nei nostri vasi aperti vuoti di liquido.
      2° Quella che si sviluppa dentro le paludi.
      3° Quella che si sviluppa nella fermentazione del mosto.
      4° Quella che si produce nell'azione degli acidi sul marmo.
      5° Quella che si sviluppa nell'azione dell'acqua acida sullo zinco o sul ferro.


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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0
1864 pagine 102