Diffatto, abbassandolo torna a comprimersi l'aria che ci sta sotto e quindi cresce di forza elastica; ciò fa che la valvola s premuta più in alto che in basso si chiude, intercettando così la comunicazione tra il corpo di tromba e il canaletto e la campana. L'aria allora rimasta dentro il corpo di tromba si comprime sola, e quando lo spazio rimastovi è tale che la sua densità è maggiore dell'aria esterna, allora si apre la porticina r premuta più di sotto che di sopra dall'aria compressa. Questa porticina continua a restare aperta in tutto l'ulteriore abbassamento dello stantuffo, e per essa trova escita tutta l'aria che era dentro il corpo di tromba. Quando lo stantuffo tocca il fondo del corpo di tromba non deve più restarvi sotto aria. Tornando a rialzare lo stantuffo, torna a richiudersi la porticina r ed aprirsi quella s, e così torna a rarefarsi ancora di più l'aria della capacità V. S'intende or facilmente come alzando e abbassando lo stantuffo si rarefà sempre di più, mandando ogni volta fuori la porzione di aria che si è aspirata dentro il corpo di tromba, sinchè l'aria sia così rarefatta, che abbassando lo stantuffo non si possa più giungere a quella densità necessaria per aprire la porticina r dello stantuffo per cui deve uscire.
Osserva ora l'altra macchina, cioè quella di compressione (fig. 14): qui le valvole sono disposte in modo che quando lo stantuffo s'innalza, la pressione atmosferica maggiore dell'interna apre la valvola r dello stantuffo; e quando lo stantuffo discende, l'aria sottostante comprimendosi chiude la valvola r; la valvola s poi del fondo del corpo di tromba si apre quando lo stantuffo discende, per la forza elastica cresciuta dell'aria compressa, e viceversa si chiude quando lo stantuffo rimonta.
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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0 1864
pagine 102 |
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