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      Da ciò ti accorgi come è mestieri che quando la graduazione di un barometro è attaccata allo stesso tubo, perchè la misura sia esatta bisogna che il tubo sia disposto esattamente verticale; puoi da te stesso con un barometro provare l'importanza di questa precauzione, inclinandolo diversamente; vedrai allora che, benchè la colonna rimanga realmente alla stessa altezza, pure corrisponderà a punti diversi della graduazione.
      Per evitare questa causa di errore, si sospendono i barometri in modo che da loro stessi si pongano nella direzione verticale.
      Conosciuta, ora l'altezza della colonna barometrica sorretta dalla forza elastica di un'aria, sia libera sia rinchiusa, come si fa a calcolare in peso la forza elastica esercitata sopra l'unità di superficie? Per isfuggire una lunga digressione sul proposito, permettimi di usare un artificio. Supponi che alla superficie libera del mercurio di un barometro a sifone tu sostituissi in luogo della superficie d'aria che vi preme, una parete solida resistente, e tenuta lì immobile, facendo corpo colle pareti laterali. È facile immaginare che il mercurio premerà ora contro la parete del vetro come faceva prima contro l'aria, e viceversa, che la parete solida eserciterà contro il mercurio uno sforzo uguale a quello che prima esercitava l'aria. Or dunque, se tu calcoli lo sforzo che il mercurio fa contro un centimetro quadrato della parete di vetro, saprai già quel che esso fa e riceve in un centimetro quadrato dalla forza elastica dell'aria. Or si dimostra che qualunque sia la forma di un vaso pieno di liquido, la pressione esercitata su di una data superficie delle pareti è eguale al peso di una colonna di liquido che abbia per base la superficie considerata, e per altezza quella del liquido al dissopra del punto della parete.


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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0
1864 pagine 102