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      Per farvi un'immagine chiara di ciò, fate il seguente esperimento. Chiudete un po' di acqua in un tubo terminato in punta; bollite l'acqua in modo che il vapore formandosi rapidamente scacci tutta l'aria, poi mentre lo spazio è pieno di vapore caldo, fondete la punta del tubo in modo da chiuderlo compiutamente. Avrete così un po' di acqua liquida messa in uno spazio vuoto d'aria e solo pieno di tanto vapore quanto ne può contenere. Supponete di raffreddare tutto quello spazio sino sotto zero; l'acqua vi potrà ghiacciare, e lo spazio tenuto alla medesima temperatura conterrà nonostante una quantità di vapore d'acqua; a quella temperatura non può contenerne più; se ora scaldate questo spazio, l'acqua si farà liquida, e nel medesimo spazio potrà capire una più grande quantità di vapore. Crescendo successivamente la temperatura, verrà crescendo la capacità che ha un dato spazio di contenere vapore, ossia l'attitudine che hanno le molecole d'acqua a stare allo stato aeriforme più vicine. Succederà dunque che mano mano che si scalda questo tubo chiuso, diminuirà la quantità di acqua liquida, crescendo quella che può stare allo stato di vapore; giungerà una temperatura in cui tutta l'acqua liquida è sparita, convertita tutta allo stato di vapore: se seguite a scaldare, crescerà l'attitudine del vapore a divenire più denso, crescerà la capacità dello spazio per il vapore, ma non essendovi più acqua liquida non se ne può formare più nuova quantità, e perciò lo spazio riscaldato non è più saturo di vapore.


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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0
1864 pagine 102