Essendo tante le sorgenti di vapor d'acqua alla superficie del globo, è naturale che l'atmosfera deve contenere considerevole quantità di vapore, non più certo di quella che può capire in questo spazio alla temperatura a cui si trova. Supponete che la temperatura dell'atmosfera fosse stazionaria per qualche tempo; allora le sorgenti di vapore acquoso la saturerebbero; satura l'aria di vapore, lo svaporamento si fermerebbe. Supponete che dopo essere stata stazionaria la temperatura per qualche tempo, aumentasse, tornando a fermarsi ad un grado più elevato. Lo spazio allora divien capace di contenere maggior quantità di vapore, il quale si forma dopo un certo tempo, e lo spazio torna ad essere nuovamente saturo. Se poi seguisse un raffreddamento, diminuendo la capacità dello spazio di contener vapore, una porzione passa allo stato liquido, e se la temperatura discendesse sotto zero, passerebbe anche allo stato solido, formandosi in brina. Or la temperatura dell'ambiente non è mai ferma, viene gradatamente crescendo, giunge ad un maximum e torna a discendere, e così si altera la temperatura durante il giorno e la notte. Durante l'accrescimento di temperatura si vien formando sempre nuovo vapore, ma lo svaporamento non procedendo tanto rapidamente come l'accrescimento di temperatura, così lo spazio non è quasi mai saturo. Quando la temperatura discende, allora si vien mano mano saturando senza bisogno di formarsi nuovo vapore.
Ora si dimanderebbe come sì prova l'esistenza del vapor d'acqua nell'atmosfera, e come sì fa a determinarne la quantità. La prova dell'esistenza si ha raffreddando un dato spazio dell'atmosfera; si vede tosto condensare il vapor d'acqua in goccette liquide, o in aghi di ghiaccio.
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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0 1864
pagine 102 |
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