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      Poichè dicesi stato igrometrico dell'aria il rapporto tra la quantità di vapore che essa potrebbe contenere, e quella che realmente contiene: cioè il quoziente che si ha dividendo la seconda quantità per la prima. Così, a cagion d'esempio, se vi accorgete che essendo l'aria alla temperatura di 10°, contiene soltanto 5gr.,285 di vapore d'acqua per metro cubo, sapendo che a questa stessa temperatura lo stesso volume d'aria può contenere sin il doppio di vapore, cioè 10, gr. 53, direte che lo stato igrometrico dell'aria è = ½ = 0,5.
      Intendete che un egual stato igrometrico può corrispondere a diverse quantità di vapore, se le temperature son diverse.
      Un altro mezzo per conoscere la quantità di vapore contenuta nell'aria e perciò lo stato igrometrico, è di raffreddarla sino al punto che il vapore che contiene basti a saturarla. Così, a cagion d'esempio, sia l'aria a 20°; contien tanto vapore che la saturerebbe soltanto alla temperatura di 10°; sapete dalle tavole la quantità di vapore che a 10° satura un dato spazio; questa sarà dunque la quantità di vapore che è contenuta nell'aria; dall'altro lato sapete quanta ne potrebbe capire nello stesso spazio alla temperatura di 20° a cui è realmente l'aria; non avete dunque che a divider la prima quantità per la seconda, il quoziente rappresenterà lo stato igrometrico dell'aria osservata.
      Resta a dire come si fa per osservare a qual temperatura bisognerebbe raffreddare l'aria perchè fosse satura. Vi ha un mezzo semplicissimo. Prendi un bicchiere ben pulito all'esterno contenente dentro un po' d'acqua, ed un termometro immerso.


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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0
1864 pagine 102