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      Cosichè quest'igrometro non riesce men difficile da maneggiare degli altri più complicati descritti sopra. Questo cenno basta a porci in guardia contro tutte quelle pretese osservazioni igrometriche fatte da gente che vorrebbe osservar l'igrometro a capello senza darsi il menomo pensiero di graduarselo da loro, e che pongono in questo istromento tanta fiducia quanta se ne porrebbe in un termometro ben costrutto e ben graduato.
      Non meritano poi il nome d'igrometri, ma soltanto di igroscopi altri che si fondano sull'allungamento e raccorciamento, epperciò sulla torsione di un cantino di budello; qualche volta si indicano le variazioni di questa torsione facendo muovere in modo ingegnoso il cappuccio di un fantoccio di frate. Questi stromenti non servono a misurare lo stato igrometrico dell'aria, servon soltanto ad indicare quando varia notevolmente; perciò meritano il nome di igroscopi (indicatori di umidità), non di igrometri, che vorrebbe dir misuratori dell'umidità
     
     
      IX.
     
      L'acido carbonico nell'aria. – D'onde viene e che cosa fa.
     
      Rammenterai i caratteri di quel corpo aeriforme che si sviluppa dalle fermentazioni e dal marmo per l'azione di un acido. Rammenterai che esso è assorbito dall'acqua di calce, che perciò si intorbida, e da una soluzione di potassa caustica (pietra da cauterio). Questo corpo aeriforme sai inoltre che dicesi acido carbonico. Nell'aria esistono costantemente maggiori o minori quantità di questo gas. Per provar la presenza di esso nell'aria ambiente ti basta esporre l'acqua di calce limpidissima in un vaso aperto in contatto dell'aria: ti accorgerai che quest'acqua s'intorbiderà dopo qualche tempo.


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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0
1864 pagine 102