Così nei luoghi paludosi può ugualmente ammettersi che si innalzino corpicini solidi o liquidi, o che si sviluppino corpi gasosi, i quali dopo alcun tempo sono distrutti dall'azione chimica dell'ossigeno e dell'ozono aiutata dalla luce e dalla elettricità e dal vapore d'acqua, epperciò non si diffondono. Parimente può ammettersi che l'ozono producendosi e distruggendosi facilmente secondo le varie temperature, i vari gradi di umidità, il vario stato elettrico dell'aria, possa esistere per un certo tempo più nell'aria di un luogo che in quella di un altro.
Tuttociò che riguarda la cagione delle epidemie è involto in grande oscurità; mancano purtroppo i dati dell'osservazione ed i dati sperimentali per poter fare probabili congetture. Chi sa se in alcune epidemie non vi sia punto alcun corpo nuovo o cresciuto di proporzione nell'atmosfera, ma soltanto siano esse prodotte da una tal successione di temperature, di stati igroscopici ed elettrici dell'atmosfera, che inducono negli organismi simili un mutamento simile?
In luogo dunque di supplire colla fantasia ai dati della osservazione, farebber meglio i medici a fare o far fare serie accurate di osservazioni, la comparazione delle quali suggerirebbe nuove vie di esperimenti, i quali alla lor volta dirigerebbero l'osservazione in campi del tutto nuovi, della cui esistenza noi forse non abbiano sinora sospetto. Ma temiamo che anche questa volta le nostre parole saran senza frutto; ed allora ci resta solo a sperare che, estendendosi l'insegnamento delle scienze sperimentali, venga presto una tal generazione di giovani medici, cui torni a nausea quel linguaggio confuso, indeterminato dei patologi, che tutto abbraccia nulla spiegando, ed allora può sperarsi che studi ed osservazioni severe vengano a rischiarare questo oscuro campo della medicina.
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L'aria
di Michele Lessona
Tipogr. Sebastiano Franco Torino0 1864
pagine 102 |
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