Talora un nostro cane domestico mostra per eccezione una preferenza ben evidente pei cibi vegetali, segnatamente per le farine. Io ho conosciuto sulla collina di Superga un cane che nella stagione dell'uva matura preferiva i dolci grappoli a ogni altro cibo, e stava dal mattino alla sera, o anche dalla sera al mattino, lungo i filari, con grande disperazione dei contadini che non osavano scacciarlo perché era il prediletto della padrona, e si contentavano di pregarlo ad andarsene dandogli del lei, dicendogli con piglio impaziente:
«Oh, alla perfine, faccia il piacere, se ne vada una volta».
Nei vigneti dell'Ungheria, dove i grappoli sono bassi, quasi a terra, i cani producono molto danno. Nei vigneti intorno a Bordeaux, secondo quello che riferisce il Lenz, il proprietario che trovi presso i grappoli delle sue viti un cane senza museruola, ha il diritto di farlo morire in quel modo che meglio gli piaccia. Generalmente lo impicca. Così, quando le uve sono mature, si vedono qua e là penzolanti dalle forche improvvisate quei cani colpevoli, destinati ad atterrire coll'esempio della loro mala fine altri cani che avessero gli stessi pravi intendimenti. L'esempio, secondo il solito, non giova.
Come s'avvezza il cane a cibi inconsueti, così, e molto più volentieri, si avvezza alle bevande alcoliche. Il signor Brehm dice di aver conosciuto un cane che beveva avidamente la birra di Baviera, la distingueva e la preferiva a tutte le altre qualità di birra, si ubriacava e faceva delle pazzie insieme cogli uomini parimente ubriachi.
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I cani
di Michele Lessona
pagine 128 |
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