Sì, Barry, il più grande dei cani, il più grande degli animali! Tu fosti un grande cane-uomo con un cuore caldo per gl'infelici: salvasti la vita a più di quaranta uomini. Uscendo dal chiostro con al collo il tuo canestrino, e pane, e dolci, e forte cordiale, te ne andasti nella bufera, collo squagliare della neve, giorno per giorno, a cercare gli intirizziti, coloro che la valanga ricopriva, solo li richiamasti alla vita, e se te ne venne meno la possibilità, corresti al casale affinché venissero con pale ad aiutarti i frati del monastero. All'opposto del becchino, tu facevi risorgere. Sapesti, come uomo di delicato sentire, farti capire per la tua compassione, altrimenti non avrebbe osato quel ragazzino dissotterrato sedere sulla tua schiena e lasciarsi portare da te al chiostro ospitale. Giuntovi traevi il campanello della sacra porta e consegnavi ai pietosi fratelli il prezioso tuo trovatello. E sciolto appena del dolce peso, tornavi alla ricerca, ed ogni volta che riescivi ti facevi più pietoso e più compassionevole. Tale è la benedizione della buona opera che produce un bene continuo! Ma come parlavi tu a quelli che avevi trovato? Come potevi infondere loro coraggio e consolazione? Avrei voluto prestarti la parola, che molti avrebbero potuto imparare da te. Sì, non aspettavi che ti si venisse a cercare; rammentavi da te il tuo santo dovere, come un uomo giusto che vuol piacere a Dio. Appena scorgevi da lontano l'avvicinarsi della nebbia e della burrasca, ti affrettavi a partire.
| |
I cani
di Michele Lessona
pagine 128 |
|
|
Barry Dio
|