Egli non sapeva che prima di lui aveva detto in sostanza la medesima cosa il signor Stefano Geoffroy-Saint-Hilaire colla sua teoria di unità di composizione. Ora si dice di tutti i viventi.
Nel veltro le variazioni sono nel senso di ottenere una somma leggerezza, quale si richiede per una somma velocità, e il bello e veloce animale, più bello che non intelligente e buono, col corpo allungatissimo, il petto molto ampio e il ventre molto stretto, le zampe alte e asciutte, il muso aguzzo, le orecchie diritte allo avanti, è fatto per correre, per inseguire, e ciò fa invero incomparabilmente.
Il generale Daumas dà piacevoli ragguagli intorno ai veltri della parte occidentale del deserto, chiamati slugui.
«Nel Sahara, egli dice, come in tutti gli altri paesi degli arabi, il cane non è che un servitore negletto, modesto, che si respinge da sé per quanto pure sia grande la utilità del suo ufficio, sia che faccia la guardia alla abitazione, sia che custodisca il gregge. Il solo veltro gode il favore, la stima, la tenerezza del suo signore. Il ricco come il povero vedono in lui l'indivisibile compagno di quei divertimenti cavallereschi, di cui i beduini sono così appassionati. Si tiene questo cane caro come la pupilla dell'occhio, gli si danno alimenti particolari, si lascia, per così dire, mangiare nel medesimo piatto del padrone, e si bada con somma cura alla purezza della razza. Un uomo del Sahara fa sovente venti, trenta miglia, per trovare ad una nobile cagna uno sposo degno di lei.
«Il veltro della migliore specie deve in poco tempo raggiungere la gazzella fuggitiva.
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I cani
di Michele Lessona
pagine 128 |
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Stefano Geoffroy-Saint-Hilaire Daumas Sahara Sahara
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