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      Nella nidiata della cagna veltra v'ha sempre un cagnolino che s'adagia sopra gli altri o per caso, o in conseguenza dei propri sforzi. Per convincersi interamente dell'eccellenza di quella bestiola, la si toglie dal suo posto, e si osserva se fra sette giorni lo avrà ricuperato. Se ciò capita, il padrone ha la più forte speranza di avere in esso un cane conveniente, e sarebbe inutile offrirgliene in cambio il migliore degli schiavi negri. Non vende di certo per nissun prezzo quel cane. Un altro parere segnala come migliori quei cani che sono nati il primo, il terzo, il quinto.
      «Dopo quaranta giorni i cani sono svezzati. Ciò nondimeno ricevono ancora quanto latte di capra o di cammella desiderano, ed anche datteri e «cuscussù». Non sono rari gli arabi che mantengono capre da latte affinché i piccoli veltri svezzati dalla madre possano poppare.
     
     
      Veltri[vedi figura]
      «Quando il veltro ha tre o quattro mesi, la sua educazione comincia. Gli si fanno correre davanti sorci e topi, e lo si aizza contro quella cacciagione. In breve la nobile bestia dimostra molto gusto a quella caccia, e dopo poche settimane è già andata tanto oltre da poter venire adoperata contro altri roditori di maggior mole. All'età di cinque o sei mesi si esercita già alla caccia della lepre, la quale presenta molte difficoltà. I servitori vanno a piedi, conducendo il giovane veltro alla mano presso a un covo di lepre abitato, svegliano i dormienti, istigano il cane con lievi cenni all'inseguimento, e seguitano così finché esso non abbia imparato a pigliare il leprotto.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128