Sembra allora che il cane vada soggetto a una aberrazione dei sensi, la quale gli faccia vedere oggetti che non ci sono, udire suoni o rumori immaginari, o altro somigliante. In una parola, il cane in questo stato va soggetto a delle allucinazioni. Senza nessun eccitamento dal di fuori, immobilmente si atteggia in agguato, poi a un tratto si slancia e morde nell'aria dove non c'è nulla da mordere, come fa quando vuole abboccare a volo una mosca. Altre volte si precipita contro un muro urlando furiosamente, come se avesse udito grida minacciose dall'altra parte.
Ripeto ancora e insisto su ciò, che il cane può rimanere parecchi giorni in questo stato, e può avvenire che non ci si badi, anzi il più delle volte avviene, soprattutto in campagna, e una o più vite umane possono andare miseramente perdute per questa trascuranza.
Bisogna dunque badar bene a questi primi segni; e provvedere. Si tratta, appena il cane dia un qualche menomo indizio che possa destare sospetti, di chiuderlo in una stanza. Un paio di settimane di osservazione bastano al di là del bisogno, perché se il cane è veramente preso dalla malattia, prima che questo tratto di tempo sia trascorso i sintomi progrediscono e troppo si fanno palesi.
Se il cane è libero, soventissimo in capo a pochi giorni dalla invasione della malattia fugge dalla casa, e va allora vagando per la campagna con sguardi biechi, andatura barcollante, pelo irto, coda bassa, avventandosi a mordere alle bestie e alle persone e anche a oggetti inanimati.
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I cani
di Michele Lessona
pagine 128 |
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