Non è raro che il cane fuggito, dopo di avere vagato qualche giorno, tutto coperto di polvere o di fango, ansante, vacillante, ritorni a casa, e allora il pericolo è gravissimo, sovrattutto pei bambini della famiglia, che gli vanno incontro per fargli festa.
A questo punto l'animale non dura più che poco; non beve, non mangia, non abbaia, ha l'occhio sanguigno, la bava alla bocca, e talora penzolante per paralisi a la mascella inferiore; muore, per lo più ucciso.
È credenza generale che i cani vengano presi dalla rabbia esclusivamente o almeno principalmente in estate. Altri dicono che ciò avvenga nelle due stagioni estreme, a mezzo della state o a mezzo dello inverno. Le statistiche smentiscono queste asserzioni. I cani diventano arrabbiati in tutte le stagioni; e, almeno nell'Italia settentrionale, se c'è una preferenza, è piuttosto nella primavera.
I cani vaganti dell'Oriente, di cui è parlato a lungo in sul principio di questo volumetto, sono a un dipresso immuni dalla rabbia. Dico a un dipresso, perché qualche viaggiatore riferisce di aver veduto colà di quei cani arrabbiati. Siccome ho già detto, io posso parlare di ciò con qualche esperienza personale, perché dimorai a lungo in varie parti dell'Oriente e segnatamente in Egitto. Non vidi mai un cane arrabbiato. Del resto è facile intendere che se ci fosse la rabbia colà come c'è qui, e si propagasse pel morso da un cane all'altro e dai cani all'uomo come segue qui, in breve uomini e cani sarebbero tutti morti.
Pare che la frequenza della rabbia nel cane sia in ragione diretta della sua dipendenza dall'uomo.
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I cani
di Michele Lessona
pagine 128 |
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