Il signor Pasteur è andato avanti colla potenza invitta del ragionamento e colla maestria incomparabile dello sperimentatore. Egli partì dal concetto che la sede della malattia sia nel cervello e nel midollo spinale; per verificare ciò prese dei cani arrabbiati, tolse da questi un pezzettino di midollo spinale, portò via a un cane, o a un coniglio, sano, colla trapanazione, un pezzetto circolare della volta del cranio, incise la sottostante membrana che ricopre il cervello, e depose sul cervello scoperto dell'animale sano il pezzettino di midollo spinale dell'animale arrabbiato, e in capo a quindici giorni gli animali a cui aveva fatto questa operazione diventarono arrabbiati alla loro volta. Allora egli preferse i conigli, siccome quelli che è più facile avere numerosi e governare a piacimento. Proseguendo sempre da un coniglio all'altro la inoculazione, ottenne costantemente di riprodurre la malattia, con questa differenza che oggi, in capo a tre anni di una catena non mai interrotta di inoculazioni, la malattia si sviluppa nell'animale inoculato non più in capo a quindici, ma in capo a sette giorni.
Il Pasteur credette che inoculando con certe date cautele dei pezzettini di midollo spinale di cane o di coniglio arrabbiato, si sarebbe potuto mettere il cane in condizione di non diventare più in nessun caso arrabbiato, o, come si dice, di renderlo refrattario alla rabbia, e inoculando in pari modo un cane morso da un cane arrabbiato si sarebbe potuto impedire in esso lo sviluppo della malattia.
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I cani
di Michele Lessona
pagine 128 |
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Pasteur Pasteur
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