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      Si dice che sono guarite quando cadono in una prostrazione profonda, per cui sembrano morte. Questi fatti io li riferisco dall'opera sovraccitata del signor Rolland; ma soggiungo che se Messenia piange, Sparta non ride. Vedi la festa di San Pancrazio presso Torino.
      Aggiungo poi, per dimostrare sempre più che tutto il mondo è paese, che in Abissinia domina una malattia somigliante a quella delle abbaiatrici di Josselin. La gente presa da questa malattia va saltellando a quattro gambe e urla come le iene.
      La magia, dicono, qualche volta ha tramutato l'uomo in cane. In un podere aveva preso l'uso di andare presso il fuoco a riscaldarsi un cane ignoto, e lo lasciavano entrare e rimanere, anzi gli davano anche da mangiare. Ma un giorno il padrone, che era di cattivo umore, lo scacciò a calci. Il cane gli si volse guardandolo malinconicamente, e disse:
      «Oh padre mio, se sapeste chi io sono, non mi trattereste così duramente».
      Quel cane era un figliuolo della famiglia che era scomparso dal paese qualche tempo prima, e che credevano in viaggio. Gli era venuto nelle mani un libro bizzarro, si era abbandonato alla curiosità di leggerlo e s'era trovato tramutato in cane.
      Taluni viaggiatori asseriscono di aver veduto nelle Indie orientali degli uomini colla testa di cane. Quante cose asseriscono di aver veduto i viaggiatori!
      Si attribuisce anche a un cane la scoperta della porpora. Ercole passeggiava in riva al mare con una bella fanciulla e seguito dal suo cane. Quando si dice che un uomo che passeggia è seguito dal cane si dice il rovescio di ciò che è veramente, perché il cane allora non segue ma precede.


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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