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      Giuseppe Giusti, nella «Scritta», ha questi versi:
     
      Sol con quei tangheriChe stanno in piede
      Seduta a chiacchieraQua e là si vede
      Qualche patriziaAndata ai cani
      Più democraticaCoi popolani.
     
      Gli inglesi dicono di un uomo commercialmente rovinato, che egli è andato ai cani.
      A Bologna, di chi abbia dato fondo a tutti i suoi averi, si dice che è ridotto alla cagnola.
      Tutti sanno ciò che si vuol dire quando si parla di fare una cagnara.
      I francesi chiamano «oeil chien» un occhio provocante, e dicono «avoir du chien» quando c'è qualche cosa di capriccioso e di bizzarro nell'aspetto.
      Un anonimo compose pel cane del conte di Clermont il seguente epitaffio:
     
      Ci-git Citron, qui sans peut-êtreAvait plus de sens que son maitre.
     
      Quest'altro epitaffio compose il Berni per un cane del duca Alessandro de' Medici:
     
      Giace sepolto in questa oscura bucaUn cagnaccio ribaldo e traditore
      Ch'era il Dispetto e fu chiamato Amore.
      Non ebbe altro di buon; fu il can del Duca.
     
      Presso i franchi e gli svevi il perturbatore della pace veniva condannato alla morte. Per maggior ignominia, prima di farlo morire, lo facevan girare di contado in contado, portando sulle spalle, se era contadino, una ruota di aratro, se era ministeriale una sella, se era nobile un cane.
      Allora la denominazione di ministeriale aveva un significato diverso da quello d'oggi.
     
     
      Bassotto[vedi figura]
     
      24. Motti e proverbi
     
      [vedi figura]
     
      Nello Zend Avesta — do al lettore la consolante notizia che cito qui questo libro per l'ultima volta — sta scritto quanto segue:


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I cani
di Michele Lessona
pagine 128

   





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