Lungo le spiagge bagnate dai mari del nord dell'Europa, si trae non poco partito di parecchie piante marine per nutrimento; per le vie di Edimburgo si vende quotidianamente la lattuga di mare, e d'altre alghe si fa smercio adoperandole come il salep e l'arrowroot. Alcune specie di piante marine sono adoperate, in quelle regioni, come cibo degli animali, e ad ogni burrasca gli agricoltori corrono alla spiaggia a raccogliere le alghe che il mare vi ha lasciato, onde farne buon letame pei loro campi. L'estrazione dell'iodio dalle piante del mare è grande ricchezza industriale di parecchie popolazioni marittime.
Ma senza paragone più che non dalle piante, l'uomo ricava vantaggio, sì per nutrimento, come per applicazioni industriali, mediche, ed altre, dagli animali del mare. Parlando solo del nutrimento, fu detto con ragione che ove venisse a mancare all'uomo ogni modo d'aver cibo dalla terra, egli potrebbe pure, a rigor di termine, campar la vita coi prodotti del mare.
Molte popolazioni, invero, vivono a un dipresso esclusivamente dei prodotti del mare: ma questi campi, pur tanto ubertosi, l'uomo fino ad ora non ha saputo per nulla coltivarli, ed ha fatto in essi quello che fa il selvaggio coll'albero della foresta, che per le frutta ricide il tronco. L'uomo non si è dato, direbbesi quasi, fino a questi ultimi tempi, altro pensiero che quello di distruggere e sterminare gli animali del mare, invece di accudirli, e se non fosse della immensa potenza riproduttrice di questi animali, certo egli sarebbe riuscito nella mala opera.
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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 68 |
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Europa Edimburgo
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