Un'occhiata sul globo terrestre ci fa vedere come i continenti emergano di mezzo alle masse delle acque, qua sporgendo in prolungate penisole, là scavati in seni, golfi, ampi mari mediterranei. Ed ove questo rapporto fra le terre ed i mari venisse ad alterarsi, verrebbero ad alterarsi insieme le condizioni meteorologiche, e con esse la vita sulla terra.
Le spiagge marine ci si presentano in due principali forme. Quelle, rocciose e dirupate, scendono a perpendicolo nel mare profondo; queste, inclinate, scendono con dolce pendìo. Le prime tendono continuamente, diremmo così, a ritirarsi, le altre tendono a sporgere, a protendersi, a rispingere il mare; ciò che dipende dal diverso modo in cui opera il mare su di esse.
Sulle spiagge rocciose il mare compie un'azione distruttiva, percuotendole colle onde furiose, scalzandole dal piede, e lavorando continuamente a demolirle: il dirupo su cui sta il villaggio di Portovenere all'entratura del golfo della Spezia dalla parte di Ponente, si mostra tutto scavato dal mare, ed irto di massi infranti e precipitati giù per l'erta: quando soffia il libeccio, le onde si precipitano nella grotta Arpaia, che si son scavata fra gli strati del calcare, vi comprimon l'aria con un rimbombo come d'artiglierie tonanti, e rimbalzan fuori con furore pari a quello con cui sono entrate; lo scoglio di Portofino, pure nella Liguria orientale, che così pittorescamente per un tratto a un dipresso di quindici miglia s'allunga in mare, presenta alla sua punta gli stessi segni del lavoro delle onde: così le falde del monte Nero presso Livorno, del promontorio di Sorrento rimpetto a Napoli, le coste delle Calabrie, della Sicilia, le isole Eolie, la Sardegna e la Corsica.
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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 68 |
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Portovenere Spezia Ponente Arpaia Portofino Liguria Nero Livorno Sorrento Napoli Calabrie Sicilia Eolie Sardegna Corsica
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