L'azione delle onde è più forte presso la superficie dell'acqua, come si può giudicare particolarmente nel nostro mare Mediterraneo, il cui livello non è quasi alterato dalla marea. Quando la calma permette l'avvicinarsi al piede delle balze bagnate dalle onde, vedonsi in generale disegnate sugli scogli varie zone sovrapposte che corrispondono all'azione particolare dell'acqua su ciascuna zona. L'inferiore, quella sulla quale si esercita principalmente il furore delle onde, comincia alcuni metri sotto il livello medio del mare, e finisce alcuni metri sopra lo stesso livello. La parte più bassa di questa zona consiste in una, quasi direi, piattaforma, che dalla balza si avanza orizzontalmente in mare. Tal gradino subacqueo esiste ovunque il mare bagna il piede di scogli, qualunque sia la natura di questi scogli. Se la roccia ne è dura e resistente come quella del Capo Circeo o quella del promontorio di Sorrento, il gradino ha appena pochi metri di larghezza, e la superficie è scanalata irregolarmente, le onde insinuandosi in tutte le fessure della roccia per corroderla e slargarla a poco a poco. Ma laddove la spiaggia è formata di rocce poco resistenti, quali sono quelle dei terreni subapennini che spesso giungono sino alle sponde dell'Adriatico, la piattaforma orizzontale si estende fino a tre o quattrocento metri dal lido, ove poi l'altezza dell'acqua aumenta rapidamente. Verso la sponda la piattaforma si termina a un canale scavato nello scoglio, e dovuto all'azione delle onde; nei terreni subapennini tal canale non penetra mai nella balza se non di pochi decimetri; giacchè la parte superiore trovandosi mancare di base, cade in mare, e vi è stritolata, dispersa dalle onde e dalle correnti; ma se la roccia è dura, il piede delle balze quasi verticali è segnato da una serie di caverne più o meno spaziose, più o meno profonde (COLLEGNO, Elementi di geologia).
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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 68 |
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