Al disopra della zona di cotesta cavità, tutta la parte della roccia solida che è bagnata dalle onde dopo che si sono infrante contro il piede dello scoglio è incavata nel modo il più bizzarro, e le parti le più sporgenti sono spesso ridotte a spigoli acutissimi, effetto chimico e meccanico a un tempo delle rocce calcaree. Più in alto, ove gli spruzzi delle onde giungono soltanto ridotti quasi in vapori, lo scoglio è nudo intieramente; le scanalature vi sono meno profonde; non vi si vede più traccia di vegetazione marina, e non vi allignano nuove piante terrestri, poi alcuni licheni danno a una quarta zona un colore bigio verdastro, e finalmente all'altezza di trentacinque o quaranta metri sopra il mare gli scogli sono ricoperti di quella vegetazione rigogliosa terrestre propria dei nostri climi meridionali. Codeste zone sono distinte nei calcari più solidi; ma nelle rocce meno resistenti, la superficie delle balze si rinnova a ogni burrasca quasi, e il fenomeno di distruzione vi si riduce al prolungarsi verso terra della piattaforma subacquea.
Quantunque la forza maggiore delle onde si spieghi alla superficie del mare, essa si estende però sino a una certa profondità; nelle isole Eolie, per esempio, gli abitanti di Stromboli usano per la pesca nasse che calano al fondo del mare con entro alcuni sassi; perchè il mare in burrasca non molesti le nasse, gli è forza che sieno sott'acqua per lo meno quarantacinque metri; altrimenti le infrange contro gli scogli subacquei e le disperde.
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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 68 |
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Eolie Stromboli
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