Da qualche anno a questa parte, per nobile impulso dato dallo americano sig. Maury, direttore dell'osservatorio di Washington, ed autore del mirabile libro intorno alla geografia fisica del mare, s'incominciò ad apprezzare l'importanza dello scandaglio, e furono prese in molte parti diligenti misure della profondità marina. Tanto più dopo che il Brooke venne, colla nuova sua foggia di scandaglio, a porgere una singolare agevolezza a cosifatta operazione. Lo scandaglio di Brooke è fatto per modo, che una palla da cannone, la quale precipita in mare tirando con sè la corda, per una ingegnosa disposizione, toccato il fondo, si stacca, e il capo della corda che torna su da quella profondità porta con sè, qualche piccola porzione dei materiali che ha trovato laggiù, e viene così a dar pure un concetto della natura del fondo. Nei trattati di geografia fisica pubblicati fino a questi ultimi anni si dava sinora come la maggior profondità marina quella di ottomila metri, e si diceva essere così la misura del mare nelle sue maggiori profondità pari a quella della terra nelle sue maggiori altezze, essendo appunto a un dipresso di otto mila metri l'altezza delle maggiori montagne. Fu trovata ora, nel Pacifico, una profondità di quattordici mila metri.
Vannosi oggidì molto diligentemente studiando le profondità dell'Atlantico. Fra Sierra Leona e il Capo San Rocco il letto di questo mare, scendendo gradatamente dall'una e dall'altra sponda, si avvalla in mezzo fin oltre a settemila metri. Andando verso il nord il profondo letto sotto-marino si divide nella latitudine delle Indie occidentali in due rami, uno dei quali corre parallelamente alle coste d'Africa e d'Europa, mentre l'altro si spinge verso il banco di Terranova.
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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 68 |
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