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      I più frequenti fra tutti i movimenti del mare, i più noti e famigliari, sono senza dubbio le onde.
      Nessuno che sia stato qualche volta sulla spiaggia del mare scorda più mai lo spettacolo imponente delle onde irrompenti, o il lene murmure allo increspar che fa l'acqua la brezza; nessuno che abbia navigato scorda più mai lo spettacolo della gran pianura marina scintillante al sole al tempo della calma, o balzante furiosamente al lume sinistro della luna fra le nuvole nelle notti tempestose.
      I poeti han tratto dalle onde ogni sorta di paragoni e d'immagini, e il signor Giuseppe Revere narrò la istoria di un'onda in un graziosissimo capitolo del suo bel libro Marine e paesi.
      Chi per la prima volta si trova sopra un bastimento in tempo di burrasca e non soffra il mal di mare, si meraviglia nel vedere come quelle grandi onde che corrono con velocità di molte miglia all'ora, non trascinino con loro i corpi galleggianti, ma, direbbesi, scorrano sotto il bastimento senza quasi produrre l'effetto di portarselo seco.
      Così pure, chi per la prima volta dalla spiaggia guardi un qualche pezzo di legno galleggiante in mare, si meraviglia nel vedere come esso non venga portato alla riva dalle onde accorrenti, ma rimanga quasi nello stesso sito, lasciandosi passare l'onda sotto.
      Provate a lasciar cadere un sasso presso un pezzo di legno galleggiante su di un'acqua tranquilla: comincia un piccolo circolo d'acqua che s'alza intorno al sasso; a questo tien dietro un altro più grande, poi un altro più grande ancora, poi altri ed altri più grandi; il pezzo di legno sale coll'onda che lo solleva e ridiscende, ma non s'è quasi discostato dal punto in cui il sasso è caduto.


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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 68

   





Giuseppe Revere Marine