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      Costà son colli di soavissime chine sparsi d'ulivi, echeggianti d'autunno delle grida festose delle vendemmiatrici, e fertili piani sparsi e biondeggianti di messi, solcati da fiumi maestosi, o da fecondi canali, e colà vaste malinconiche deserte pianure e paludi pestilenziali, e terre scaldate da un ardentissimo sole, dove allignano piante e volano e corrono e strisciano animali dell'Africa vicina.
      Cinta dal mare per ś gran parte, s'allunga l'Italia in una distesa di svariatissime coste: qua con dolce pend́o lentamente digradanti, là scoscese e percosse dalle onde, ora selvose, ora nude, ora coronate di ridenti colline che si protendono in lunghi promontori, e capi e file di scogli, o scavate in vasti golfi, e seni e porti amplissimi e contro ogni mare sicuri.
      Isole ed isolette qua e là in faccia alle spiaggie accrescono varietà e bellezza, e formano stretti ed offrono a loro volta prominenze e rientranze e frastagli innumerevoli, e fra quei seni nuotano, copioso e squisitissimo cibo, milioni di pesci, e migliaia di specie d'uccelli vengono in quelle spiaggie a posarsi. Un sole limpidissimo frange i suoi raggi fra onde azzurre lievemente dall'auretta increspate e splendide come miriadi di diamanti; le correnti marine e le brezze alternanti temperano gli eccessi del caldo e del freddo sui bellissimi lidi.
      Invero, se la varietà e la bellezza della terra operano in bene sull'uomo, gli Italiani dovrebbero essere i primi uomini del mondo.
      Sono veramente gli Italiani i primi uomini del mondo?


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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