Gli Italiani diedero a vedere che avevano la prima, la più necessaria di tutte le virtù, quella senza cui tutte le altre non valgono a nulla, quella che più d'ogni altra vuol essere istillata nell'animo dei giovani, coltivata dagli adulti e dai vecchi, compagna e sostegno di tutte le età, la virtù del Volere.
Il motto non falla - Volere è potere.
Gli Italiani desiderano migliorare sè stessi, ardentemente vogliono questo loro miglioramento.
I campi sottratti alla selvaggia natura e fecondati dal sudore dell'uomo rintristiscono e si fanno sterili, per poco che quello smetta dalle sue cure: così le grandezze delle nazioni, antiche o moderne che siano, scadono in breve ove non si mantenga il saldo volere e la ferma e costante virtù dei cittadini.
Gli Italiani hanno compiuto cose malagevolissime e meravigliose, ma sentono che altro rimane loro da compiere. E in mezzo al grido, in mezzo allo strepito, in mezzo al cozzo e alla tempesta di sentimenti e voleri tumultuanti e discordi, in mezzo alle passioni concitate, alle grandi illusioni, ai desiderii sfrenati, agli errori o nobili o folli in cui s'agitano di presente, un lavoro in tutta Italia si viene, spesso inavvedutamente, ma sempre con efficacia, operando, un lavoro di ricercare i proprii difetti, e di porvi riparo.
Questo è lavoro, questo è intento nobilissimo, questa è l'àncora di salvezza della nostra patria.
È un gran medico chi conosce il suo male (dice il proverbio), e il pericolo coraggiosamente affrontato è pericolo per metà vinto.
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