E la donna inglese legge e studia e scrive e stampa, più che altra non faccia in qualsivoglia parte del mondo.
Della immensa quantità di libri che ogni anno si stampano in Inghilterra, di amene letture, di viaggi, di educazione, di scienze elementari, teoriche, applicate, popolari, buona parte è fatta da donne.
E la moglie più affaccendata, la madre più attenta ai suoi figli, la miglior massaia di quelle famiglie inglesi, che son tanto numerose, trova sempre qualche ritaglio di tempo per la quotidiana lettura.
E la famiglia inglese, non meno che l'americana del Nord e la svizzera e la tedesca, la famiglia, in una parola, presso tutte quelle nazioni dove più splende per coltura intellettuale la donna, è famiglia concorde, operosa, contenta, ricca di tutta quella felicità che è dato gustare su questa terra.
L'ignoranza è solo sventura, l'ignoranza è danno, l'ignoranza è ruina non meno per l'uomo che per la donna, in ogni parte del modo. Se non che l'ignoranza non è sempre in tutto la stessa. V'è l'ignoranza assoluta, l'ignoranza brutale, l'ignoranza dell'alfabeto, quella ignoranza che fa terrore e che ogni giorno fra noi diventa più rara.
Ma a fianco di questa ignoranza orribile e spaventosa, ve n'è un'altra mascherata, luccicante di similoro, quasi leggiadra, e non pertanto pericolosissima. È questa la mezza ignoranza, l'ignoranza inorpellata di qualche sapere, l'ignoranza in guanti bianchi.
Un tale che ebbe non piccola parte nelle cose presenti d'Italia, il cui nome notissimo non si riferisce qui perchè la storiella non gli torna ad onore, ebbe un dì bisogno di fare una moltiplicazione: ma il moltiplicatore era di due cifre; colla prima se ne trasse fuori alla meglio, ma quando si trattò della seconda non seppe mettere il prodotto: poi non seppe addizionare, s'imbrogliò e domandò aiuto alla moglie che per caso in quel momento entrava nello studio.
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