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      Se poi il ricco nasce di nobile casato, spesso avviene che in luogo di sentire la gravità degli obblighi che gli derivano dalla sua nascita si lasci indurre a credere che quello che ha gli spetti di santa ragione, e sia libero di usarne a suo talento, senza che altri possa sindacare in nessun modo il suo operato. Quindi la riluttanza dell'aristocrazia ai mutamenti sociali.
      In nessuna parte d'Italia l'aristocrazia è tanto ascoltata, rispettata, ossequiata, riverita, universalmente accarezzata, come in Sicilia.
      Il viaggiatore che arriva nell'isola si meraviglia di questa grande potenza de' nobili, che si manifesta in mille modi, e appare anche da certi atti altrove o smessi o derisi. Ma se egli si fa ad investigare la storia, trova ampissime spiegazioni del fatto. L'aristocrazia propugnò i diritti e l'indipendenza dell'isola con fermissimo e concorde volere, e fu larga delle sostanze e del sangue a pro della patria. Il popolo le serba buon ricordo e gratitudine.
      Oggi l'aristocrazia siciliana adempie ella in tutto come per l'addietro il nobile suo ufficio? Comprese veramente i tempi, e si è messa in generale per la vera via? Fa tutto ciò ch'è in suo potere di fare, e nel miglior modo e misura?
      Una buona e calzante risposta ad una simile domanda richiederebbe un volume più grosso di questo, che ha tutt'altro fine.
      Però si può affermare, con certezza d'aver dalla sua tutti quelli che hanno qualche cognizione dell'argomento, che comunemente l'aristocrazia siciliana si mantiene operosa e militante.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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