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      Il principe di Castelnovo che aveva pensato a tutto, non aveva trascurato anche la forma del ginnasio dove si dovevano accogliere i giovani, le scuole e le persone addette all'istituto; voleva che avesse un non so che di semplice e grave, corrispondente al fine proposto; e, come sempre, anche in questo, desiderava prendere nell'isola sua prediletta il modello. Perciò prescelse l'ordine d'architettura greco-siculo, del quale si scorgono gli avanzi grandiosi fra le rovine di Agrigento, Selinunte e Segesta.
      Affidò la costruzione della fabbrica all'architetto Antonio Gentile, degno di tal fiducia.
      Quell'edificio doveva dunque sorgere semplice e maestoso e con una certa gravità di forma nobile e grandiosa.
      Il principe e l'architetto con pensiero insolito stabilirono di piantarlo in modo che solo sporgesse dal terreno il primo piano, ed il piano terreno, celandosi alla vista, s'affondasse sotterra. E così in vero fu fatto.
      Un'ampia fossa gira, come un tempo alle fortezze, torno torno all'edificio; stanno al disotto del livello del terreno i dormitorii e le cucine.
      Quest'ordine di costruzione, che a primo aspetto appare poco igienico, ritenendosi che quelle stanze sotterranee siano umide e buie, è invece eccellente pel modo e per le circostanze sotto le quali la cosa fu fatta. Il suolo è tutto una dura roccia asciuttissima: le ampie fosse od ambulacri isolano pienamente l'edificio dal circostante terreno e lasciano penetrare liberamente la luce e circolare l'aria in quella parte interna, la quale così riesce anche posta al riparo dai venti e dai troppo rapidi mutamenti dell'atmosfera.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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