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      Fra le ricchezze di che la natura fu larga ai Siciliani, apprezzava debitamente quella degli zolfi; e le seppe infondere tanto moto, che ne divenne in breve padrone. La qual cosa gli venne fatta, sì per lo studio accurato che egli aveva posto al solito in tale industria, e sì pei grossi capitali che ormai poteva impiegarvi.
      Nel tempo medesimo diede opera alle manifatture, ed aprì anche una casa di banca, sempre con grande utile del paese e suo.
      Ad un'altra impresa si diè fin d'allora non meno proficua che quella de' zolfi, e che fece poi dei grandi passi, voglio dire la preparazione ed il commercio dei vini di Marsala, al quale ei seppe imprimere quell'impulso poderoso per cui oggi quel vino è ricercatissimo in ogni parte del mondo, sopratutto nei lunghi viaggi, come quello che in quantità minore ha più forza. Ad agevolarne la vendita aprì depositi dei suoi vini a Castellammare, Vittorio, Alcamo, Campobello, Castelvetrano, e tanto ampliò questo suo commercio, che ormai si ragguaglia ad un cinque milioni di capitale.
      Tutti questi fatti, in un uomo ardimentoso e solerte come il signor Florio, dovevano dar luogo ad un altro.
      La navigazione a vela era a quei tempi poca cosa in Sicilia, nè a lui poteva sfuggire l'opportunità del promuoverla; e pertanto si fece armatore di bastimenti a vela. Fece costruire, promuovendo un'arte nuova in paese, legni pel traffico di Trieste, di Genova, poi d'altre regioni d'Europa, ed anche d'America recando per tutto i generi del suo vario commercio del quale formavano parte notevole le saporitissime arancie.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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