Ora il nostro, grammatico si piantò in capo nientemeno questo: che le leggi che abbiamo bastavano all'uopo suo, solo che fossero fatte eseguire. Mancava solo un provvisorio ricovero dove potessero raccogliersi gli accattoni tolti di via, per un giorno o due, mentre si ricercasse l'autorità competente a provvedervi, il che era stato il principale ostacolo fino allora a impedire che la questura vi ponesse mano. E perciò mancava anche una chiara e risoluta disposizione perchè si accordassero tra loro le autorità politiche, i magistrati e gli istituti di beneficenza. Il Rodinò con la pazienza d'un filologo e con studio amoroso prese a scoprire le vecchie regole di varii istituti napoletani; in breve seppe dire gli obblighi di quelli, ricordò alle dirigenti autorità politiche, i proprii, e con poche sottoscrizioni fondò un'Opera per la mendicità, la quale gli diede modo di aprire e mantenere un ricovero provvisorio pe' mendicanti arrestati; fatto ciò, ottenne due sole guardie dalla Questura, e si mise all'opera con esse. Di mattina e di sera, alla canicola o con la pioggia, or da una guardia ora dalla figura segaligna e risoluta dell'impetuoso grammatico, i mendicanti non trovavano più scampo. Il nuovo Caronte li raccoglieva senza remo e li mandava in frotte al ricovero, dove la stessa figura li chiamava poi a sè in un'ora del mattino rubata alle sue lezioni, li interrogava, e li indirizzava ciascuno per la sua via: i marioli al giudice che li ammoniva la prima, li condannava la seconda volta; gl'inabili al lavoro, se della provincia di Napoli, all'Albergo dei Poveri, in patria se d'altra; i veri infermi agli ospedali, dove ottenne un ordine che vietava loro l'uscita prima della cura, perchè non tornassero a far mercato delle loro infermità. In due mesi la città si sentì come liberata dal morbo che l'aduggiava.
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